25 novembre 2007

Riflessione sul libero mercato e le politiche di destra

C'è chi sostiene che la destra abbia una maggior capacità di muoversi "nel mercato di questi anni".
Cito:
"[la destra] è in grado di muoversi in qualche modo nel libero mercato di questi anni... "

Esatto, "in qualche modo"... il più delle volte con trust e cartelli, tante altre volte con la corruzione, stando sempre bene attenta a che il "libero" mercato non sia poi tanto libero ma ben controllato a favore di chi le possibilità già le ha, e col meraviglioso risultato di rendere più ricchi i già ricchi, più potenti i potenti di turno, e sempre più disgraziati quelli che Santi in Paradiso non hanno, e che si troveranno "fatalmente" ma inevitabilmente costretti ad elemosinare un posto di lavoro per sé e/o per i figli presso il politicante di riferimento a qualsiasi livello, oppure a saltare il fosso e passare alla microcriminalità o a suicidarsi con l'usura.

Mi si perdonerà, ma vorrei che fosse chiaro che non parlo per pregiudizio ideologico. I risultati delle politiche di laissez-faire che tanto piacciono a Nani e Siepi, che tanto pervicacemente vengono perseguite da capi in testa e schiavetti assortiti sono sotto gli occhi di tutti, ma molti si ostinano a non vederli, o scelgono scientemente di non farlo per incapacità interpretativa, menefreghismo o semplice ignavia. A troppi piace avere un capo che indichi loro il cammino, e si accontentano di riceverne briciole di potere e prestigio in cambio di una totale mancanza di responsabilità.

Sarà un caso che tra i più feroci nemici del cosiddetto comunismo, quelli che adducono come motivazione principale della propria avversione l'ingiustizia del rendere tutti uguali perché non tutti gli uomini hanno le stesse capacità, ci siano poi quelli che determinate capacità non hanno, e si sentono minacciati da chissà cosa? Già, perché un conto è parlare del collettivismo di stampo sovietico che è stato ovviamente un tipo diverso di dittatura, ben altro è il cercare di perseguire l'uguaglianza di fronte alla legge, equità sociale e pari opportunità. Tutte cose che dovrebbero essere patrimonio genetico di ogni società creata dal sedicente Homo Sapiens Sapiens, e che invece vengono avversate da ogni politica di destra degna di questo nome per interessi di schiatta, casta e censo dalla notte dei tempi.
Nel frattempo - e stiamo parlando di secoli e secoli di storia dell'umanità - c'è ancora qualche miliardo di individui che continua a bersi la favoletta del nobile buono e disinteressato, del padrone illuminato, del condottiero verso la libertà (che è quasi sempre la libertà del solo condottiero)... basta che a costoro venga delegato il potere, con la forza bruta o col voto "democratico" non fa alcuna differenza.

Di questi miliardi, parecchi milioni sono ancora in Italia. Che dite, prima o poi giungerà l'ora di aprire gli occhiuzzi belli?

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