11 dicembre 2006

Utili informazioni sull'uso dei cellulari

Torno ad aggiornare il blog con alcune info very useful... grazie, Sandro ;) .
Un'informazione molto utile, per una volta... ci si può chiedere perché i negozianti di telefonini la tengano riservata!

Semplice: perché è un modo per rendere inutile il furto di telefonini.

Niente furti = niente acquisti di cellulari nuovi !

Una specie di rivincita se vi rubano il vostro telefonino: per ottenere il numero di serie del vostro telefono battete i tasti

*#06#

Immediatamente, senza nemmeno confermare con il tasto di chiamata, un codice a 15 cifre apparirà sullo schermo: si tratta del cosiddetto Codice IMEI, che identifica il telefono e non è modificabile dall'utente.

Questo codice è unico. Scrivetelo e conservatelo preziosamente.
Se vi rubano il telefono, telefonate al vostro operatore e dategli questo codice. Il vostro telefono potrà essere completamente bloccato, anche se il ladro cambia la scheda SIM. Non recupererete probabilmente il vostro telefono, ma siete almeno sicuri che nessuno potrà usarlo.

Se tutti prendono questa precauzione, il furto di telefonini diventerà inutile.

Diffondete questa informazione il più possibile!!!!

ALTRA INFORMAZIONE UTILE

I gestori fanno tanta pubblicità al servizio di Number Portability (la possibilità di passare da un gestore all'altro mantenendo il vecchio numero del telefonino), ma nessuno di loro spiega quanto l'adesione a macchia di leopardo a questo servizio stia costando a noi ignari consumatori.

La maggior parte dei contratti (siano essi con abbonamento o con prepagate) prevedono un costo molto basso per le telefonate fra clienti dello stesso gestore (solitamente 10 o 12 cent al minuto) ma costi ancora sproporzionatamente alti per telefonate effettuate all'indirizzo di un abbonato di un gestore diverso dal proprio (per le quali si arriva a pagare anche 25 e più cent al minuto).

Oggi, a causa della possibilità offerta di migrare da un Gestore all'altro senza cambiare il proprio numero di cellulare, il prefisso non identifica più il gestore (prima i 340, 347, 348, 349, ecc. erano sicuramente Vodafone, i 335, 337, 338, 339, 333, ecc. erano di certo TIM, i 32x Wind e così via) e anche quelle telefonate che pensiamo costino poco possono in realtà costarci parecchio! Ad esempio, una telefonata di 10 minuti fatta pensando che costi, fra scatto alla risposta e tariffa, intorno a 1,3 euro, potrebbe in realtà costarne 3!

Un modo per risparmiare, o comunque per sapere se la telefonata che stiamo per fare costerà poco o molto, in realtà esiste, ma come è logico nessun gestore lo pubblicizza perchè è maggiore l'interesse a mantenere i propri clienti all'oscuro della cosa.

Prendete nota: sarà sufficiente anteporre al numero che si sta chiamando un codice numerico: 456 per i clienti Vodafone, 4884 per i clienti TIM affinché una gentilissima e "gratuita" voce di donna ci comunichi a che Gestore oggi appartiene il numero che stiamo chiamando per poi lanciare in automatico la chiamata che saremo liberi di accettare, rifiutare o, se necessaria, rendere più breve possibile.

Si presume che lo stesso servizio sia garantito anche dagli altri gestori (3 e Wind) e che sia sufficiente chiedere il codice da anteporre alle chiamate ai rispettivi Servizi Clienti.

Buone telefonate (senza sorprese) a tutti!

15 settembre 2006

COME CRISTALLI

E basta
il pensiero
a credere in dieci minuti di più
ultime vie al ricordo.

Il tragico è sentirsi invecchiare, Prometeo.

Non le cose
ci salvano
tempra la militanza.
Ma affoga.

Caducità.

Fragile
effimera
oscura
fragile
contingenza.

Il tragico è vederla ammazzarsi, Prometeo.

Crudi amori
mannaie a rintocchi.
Dal nulla è solo il nulla
non c’è dilatazione.

Solo un istante in più
mai
mai
mai
meno.
Tornerà il nulla.


PIERPAOLO PEDICINI
15 aprile 1988

08 settembre 2006

BRICIOLE CEREBRALI

Angeli e centauri in sacrificio sugli altari della mestizia.
Segnali negativi di vaticinio tra un silenzio ruvido
e un collasso epatico.
Un astante
in vecchia fase, la faccia vecchia
li guardò come fenomeni da baraccone.
Scaglie di malessere diffuso gli si infilzarono nella coscienza
si sentì con rabbia avvolgere da un dolore e una solitudine
mai così intensi,
una semifollia parve aggredirlo. Restò solo.
Fuori dal caos dei sogni notturni
a lasciare un corpo
in balìa di qualcuno.
Dibattendosi tra scempio e sepoltura
ricordando estreme assenze
e succubi devianze
in lenta progressione di pensiero infernale
giunse al margine del suicidio,
travolto dal malinteso spirito del rimprovero.

Anche dopo anni, chi avrebbe potuto capire
le differenze tra un buco nell’acqua
inutile e deleterio come un periodo di transazione
chiamato in causa da un leguleio
e un atto di forza e resistenza,
intensità e potenza? Chi altri?

Si aspetta che le cose cambino, anche in ritardo ma per sempre
mentre tra smoccolii e orpelli
si perde di vista il centro del problema,
tra cellule striminzite, sfaccettate
e insaziabili termiti che affollano le menti
usandole tra angoscia e impazienza,
ricostruendole a immagine e somiglianza
dell’orrore che le pervade.
Si crede allo stesso dio
mangiando lo stesso pane
ma non si potrebbe essere più distanti…
elementi di esaurimento
docce di luce
ma per chi? E per che cosa?

Scrivere alla verità è male come distruggere le rovine
o ricordare a qualcuno i suoi fallimenti
e in questo modo morire espiando.

Non basteranno i crucifige
né le strumentalizzazioni
d’una catena artificiale mediatica
per i retroterra calcinati d’ognuno di noi
e le rabbie o le paure che ci bruciano dentro,
ma uno sforzo di coscienza
perché ognuno torni
o diventi
collante di se stesso.


16 gennaio 1998

30 agosto 2006

GENESI DI UNA SCELTA

L’uomo tornò a casa ubriaco per la terza notte di seguito. Nulla lasciava presagire un esito differente dalle due precedenti: un lungo andirivieni dal letto inagibile al bagno invaso dal vomito.
Solo per un semplice caso, il suo occhio destro fu risparmiato dall’accecamento; le chiavi di casa già in mano, era scivolato sull’ultimo gradino precipitando in avanti. Fu lo zerbino a salvarlo, spostandogli la mano di quei due centimetri sufficienti ad incidergli soltanto lo zigomo.
Con mezza faccia intrisa di sangue che già cominciava a scorrergli in bocca, riuscì faticosamente ad infilare la chiave nella toppa e a girarla. La voglia di tornare giù al bar e continuare a bere fino a ricacciare giù definitivamente i conati e il sapore metallico del sangue lo aggredì immediatamente dopo aver fatto irruzione nel bagno ed essersi guardato allo specchio.
Quella notte, dopotutto, sarebbe stata diversa. Nonostante varie tipologie di dolore lo circondassero da ogni angolo del corpo – la faccia gonfia, le tempie pulsanti, gola e stomaco in fiamme, i bronchi e i polmoni intasati dal fumo, tutte le giunture cigolanti – quella notte non era riuscito a raggiungere lo scopo così masochisticamente prefissato e conseguito dopo le maratone di tequila-sale-e-limone (inframmezzate da una decina di Bloody Mary) delle sere prima: infliggersi pene che avrebbero dovuto pervaderlo totalmente, senza dargli la minima possibilità di pensare a qualcosa di diverso dal vomitare fino all’ultima goccia di succo gastrico e poi cadere svenuto sul letto intriso di sudore.
Dopo aver dato una rapida occhiata a quel poco di riconoscibile che aveva il suo volto – l’occhio destro era già semichiuso per il gonfiore che andava rapidamente espandendosi fino alla palpebra inferiore – realizzò che, per quella notte, non sarebbe stato assolutamente possibile entrare in coma…a meno che non avesse fatto ricorso alla scatola di ansiolitici, tanto gelosamente custodita per i casi disperati.
Ma il mix sarebbe stato definitivo, letale, e lui non aveva per nulla bisogno di una morte indolore…non ancora.
Il suo cervello era ormai totalmente affollato di memorie e rimpianti. Erano soprattutto i rimpianti a rendergli insopportabile ogni singolo momento di residua lucidità.
Aveva mandato scientemente al macero un buon 75% della sua esistenza. Il restante 25% era crollato come logica conseguenza: un tetto non resta in piedi con le mura maestre lesionate. Elementare, Watson.
Per la verità, non aveva dovuto neppure impegnarsi troppo: aveva cinquantuno anni, non era mai stato un tipo brillante né piacente, secondogenito della quarta generazione di una stirpe di impiegati statali senza grilli per la testa…almeno fino a lui, almeno secondo il concetto di “grilli per la testa” che aveva avuto sua madre.
Tanto per cominciare, aveva deciso di non sposarsi (il che, nella rigida mentalità familiare che costituiva quasi tutto il suo DNA, significava che non avrebbe mai avuto figli, neanche per sbaglio); la genia di impiegati modello sarebbe morta con lui, dato che sua sorella, che aveva chiaramente sposato il direttore dell’ufficio del catasto della città, aveva ben presto scoperto d’essere sterile. Né lei, né i genitori avrebbero mai potuto perdonargli il rifiuto di mettere al mondo un nipote. E infatti non lo fecero.
Tagliati inesorabilmente i ponti con quella parte di mondo (l’unica scelta che avesse mai fatto era stata rovinosa per i tre quarti dei suoi rapporti sociali, ossia i tre parenti più prossimi), negli ultimi diciassette anni si era meticolosamente dedicato alla frammentazione del suo piccolissimo universo, con la pazienza e la tenacia di un collezionista di francobolli e il puntiglio di un costruttore di navi in bottiglia.
E ora, l’album sembrava quasi stare per essere completato…mancava giusto un paio di figurine. Il grosso dei pezzi mancanti era giunto in pochi mesi, dopo anni ed anni di vane ricerche, come il classico capolavoro scoperto sulle bancarelle di un mercatino rionale e comprato a due lire, dopo mucchi di paccottiglie e croste assortite ammassati in tutti gli angoli di una casa.
Il suo colpo di fortuna era stato, otto mesi prima, conoscere la classica lei insoddisfatta dei due lustri abbondanti di ferreo fidanzamento monogamo, che come fine di un’allegra serata di bagordi aveva commesso il tragico errore di concedersi un’allargata di gambe di troppo, ancorché fatta nella più candida buona fede. Quello che per lei era stato un colpo di testa estemporaneo, la classica botta di vita in un’esistenza grigia prima e grigia – anche se di tonalità più scura – dopo, per lui era stato un colpo di mannaia. Si era innamorato all’istante, compiutamente, irreversibilmente.
Il fatto di non avere la minima speranza di futuro lo rese immediatamente risoluto: ora aveva finalmente anche il movente per il suo suicidio programmato da anni.
Nei pochi attimi che seguirono il primo, devastante, conato di vomito, si convinse che l’attimo di porre fine al male di vivere fosse in realtà già arrivato.
Colse l’attimo: barcollando, selvaggiamente scosso dai tremori pre e post-conati, si liberò per l’ultima volta dei succhi gastrici e si fiondò sull’armadietto dei medicinali.
Disseppellì il blister di Roipnol da un pacchetto di garze elastiche. Lo svuotò interamente nel palmo della mano; inghiottì avidamente le pillole, senz’acqua. Immediatamente il bruciore all’esofago aumentò: se lo godette, fino in fondo. Del resto, sarebbe stata l’ultima volta.
Non avrebbe mai ricordato quel che successe nell’ora che ci volle perché le pasticche facessero effetto.
In seguito, si ipotizzò che avesse imboccato la tromba delle scale per raggiungere l’androne seguendo la strada più diretta…scavalcando la ringhiera, e bypassando le sei rampe di scalini.
I pochissimi che lo conobbero giurarono solennemente di aver sempre immaginato che un giorno se ne sarebbe andato così…era l’unico desiderio che avrebbe mai potuto realizzare con le sue sole forze.
1° ottobre 2003

10 giugno 2006

DESTINO D’UN FOLLE

La summa di giorni passati
a riempir di dolore i minuti
è una lunga sequela di notti finite alle quattro,
cercando nel buio invisibili appigli
per evitar di cadere.
Ma il buio è rumoroso…
…avvolge ogni cosa alla fine,
mentre nel mezzo si stendono senza posa
messi di grano dorato spazzate dal vento,
e qui e là pozze d’acqua già viste
lucide, profondissime
in cui un giorno fu stupendo affogare,
ma oramai inaccessibili.

Dopo l’alba
al di là dell’aurora
resta un ennesimo, tristissimo giorno,
pervaso da un vento foriero di pioggia
che scorrerà simile alla fonte del pianto
finora interrata, ma ancora per poco.
Scorrono gli anni
come calde lacrime amare sul volto,
simili a gocce d’acido
lasciate a scavare la roccia friabile dell’esistenza.
Ed è tremendo pensare
che bastano poche parole a risvegliare una fiera
che si pensava in letargo per sempre,
proprio come millenni fa.
O poche parole non dette.

Risorge di nuovo la pena
s’innalza ancora il dolore
d’una memoria instancabile
incancellabile
non rinnovabile.

L’unica cosa che resti inutile
è seppellire ciò che si è:
un’esistenza contorta o una mente difficile
una vita di sbagli
fatti per troppo amore
o scarso coraggio,
e un pesante bagaglio di rimpianti
rimorsi
ricordi.
E il tutto avviene d’incanto
dopo periodi di calma apparente,
ogni volta peggiori.
Monta la disperazione a cui non si sfugge
e il tempo passa levando altra forza,
aggiungendo altro peso al già greve bagaglio.
Su spalle piagate
nel cuore ferito
giacciono senza pace le spoglie immortali
d’una realtà incontrollabile.

Cadono ormai le lacrime
troppo a lungo tenute.
Che sia in un deserto di arido sole
o in una distesa di sterile ghiaccio
resta di loro il sale d’una vita sprecata,
un fiume di sangue inquinato da troppe illusioni.
Resto a vagare fra due blu pozze d’acqua
e mille e più tetri pozzi lì intorno,
scoperti su abissi di pazzia che m’attendono
insieme ai miei inutili rimpianti
ai colpevoli rimorsi
ed ai tristi ricordi.



PIERPAOLO PEDICINI
4 maggio 2002

09 giugno 2006

In My Humble Opinion

Il proibizionismo statisticamente fa crescere i consumi che sono stati stabiliti essere illegali.
Il P2P non sfugge a questa legge psico-socio-economica.
IMHO.

31 maggio 2006

Berlusco***one

Manifesto apparso per le strade della Capitale (grazie a Federico per la segnalazione):

29 maggio 2006

Elezioni Comunali a Benevento

Si profila una batosta storica per le destre di questa città bianca che più bianca non si può.
Finalmente.

22 maggio 2006

Sono aperti i Guestbooks...

Segnalo l'introduzione del Libro degli Ospiti su questo Blog... e su Libertà è partecipazione.
Inutile dire che siete invitati a lasciare impronte del vostro passaggio ;) !!!

N.B. - Sullo stesso Blog cacucciano è attivo un interessante sondaggio...

11 maggio 2006

Tassa di ricarica sui cellulari? No, grazie!

Segnalo un'interessante iniziativa volta a cancellare una delle tante "anomalie tutte italiane": è stata aperta una petizione on-line per chiedere alla Commissione Europea di attivarsi presso l'Antitrust italiana al fine di cancellare l'assurdo balzello imposto dalle compagnie di telefonia mobile.
La Commissione ha già espresso estremo interesse in merito, e le possibilità che si arrivi ad una soluzione della vicenda sono più che concrete.
La notizia è segnalata da Punto Informatico e dal Blog di Beppe Grillo.


Seguire questo link per firmare la petizione.

03 maggio 2006

Libertà è partecipazione

Avviata la collaborazione al blog elettorale Libertà è partecipazione di Peppe Cacucci, candidato al Comune di Benevento alle Amministrative del 28-29 maggio c.a.
I contributi esterni sono permessi a chiunque ed ampiamente caldeggiati... vi aspettiamo numerosi.

28 aprile 2006

So, here I am...
...qualcuno di voi già mi conosce sotto quest'aspetto... ho messo il mio attuale avatar di P2P Forum, ma chi vuole togliersi ogni dubbio guardasse il profilo ;-) !!!
Sarà un piacere accogliere molti di voi... ammesso che ci sia mai qualcuno, da queste parti.